Ci troviamo all’interno del Parco Innovazione, un’area di circa 100.000 mq, in passato occupata dalle Officine Meccaniche Italiane, impianto industriale nato nel 1904, protagonista della storia industriale e sociale del ‘900 della città di Reggio Emilia; nel 2008 la fabbrica è stata dismessa e trasferita altrove.
Il Comune di Reggio Emilia ha iniziato un’azione di trasformazione urbana con l’obiettivo di convertire i fabbricati industriali in luoghi per l’innovazione, il lavoro, la creatività e le relazioni. Attualmente il progetto vede quasi completato il primo quadrante, ovvero quattro archeologie industriali che sono state trasformate e occupate da aziende, centri di ricerca, la Fondazione Reggio Children e servizi dedicati.
Cairepro si sta occupando del progetto strutturale dei Capannoni 15 b e 15 c, attraverso l’analisi dell’”ossatura” esistente e lo studio delle tecniche costruttive del tempo da rendere sicure ed attuali. Inoltre, ha sviluppato la progettazione degli impianti idro-termo sanitari, meccanici e la diagnosi energetica, per una migliore efficienza dei capannoni stessi. Il progetto architettonico è coordinato dallo studio Zamboni Associati Architettura e quello paesaggistico con lo studio Silva.
Gli Ingegneri Alberto Calza e Salvatore Sestito, entrambi soci di Cairepro, presentano gli interventi, analizzando la storia dei luoghi e raccontando le tecniche costruttive innovative utilizzate per la rigenerazione.
L’Ing. Calza sottolinea gli aspetti storici che rendono l’intervento complesso ma infinitamente appassionante: “La consapevolezza dell’importanza storica della tipologia strutturale dell’edifico 15b ha guidato le scelte progettuali adottate nel campo edile e strutturale del recupero degli edifici stessi. L’obiettivo del progetto vede la conservazione delle strutture portanti in ferro, pilastri e capriate e la creazione di un grande parco lineare sottostante che penetra sotto l’edificio denominato incubatore. “L’edificio è sospeso trasversalmente le navate dell’edificio originario, come erano sospesi i carri-ponte che occupavano trasversalmente gli spazi di queste cattedrali in acciaio; esso è formato dall’accoppiamento di travature metalliche reticolari tipo Worren, come reticolari erano le strutture dei carriponte, oggi andate perdute, ma che costituivano allora il miglior compromesso tra leggerezza, manovrabilità e capacità portante”.
L’Ing. Sestito ha raccontato il Capannone 15c che ospiterà il quarto Polo Universitario di UNIMORE, “il fabbricato presentava evidenti incompatibilità architettoniche con la nuova destinazione d’uso richiesta e importanti carenze in termini di sicurezza strutturale e di risparmio energetico. Si è scelto di demolire e ricostruire la struttura perché la ristrutturazione, rispettando i criteri normativi, avrebbe comportato costi eccessivamente elevati. In accordo con la committenza abbiamo quindi recuperato, per quanto possibile, l’aspetto esteriore dell’edificio originale, demolendo la struttura interna”.